Roma in rima - Sonetti e poesie in romanesco di Stefano Agostino

I sonetti romani,Schegge di vita

31 Gennaio 2020

Ariverà quer giorno

Ariverà quer giorno

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Ariverà quer giorno, me lo sento,

che in quarche cosa troverai un ricordo,

un che de noi qualunque, ora sordo,

ché nun riesci a sentì o solo a stento.

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E in quel’istante, senza tempo e bordo,

farai un soriso a aripenzà ar momento

de quer ricordo che, come fa er vento,

te passa accanto e soffia un dorce accordo.

***

‘Na spina conficcata a l’improvviso,

quanno aripenzerai a ch’è successo,

te spegnerà quer timido soriso.

***

  Me cercherai, nun dico certo adesso,

ma sappi già da ora ch’ho deciso

che nun me troverai mai più lo stesso.

***

Stefano Agostino

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  1. Ariverà quer giorno, me lo sento,
    che in quarche cosa troverai un ricordo,
    un che de noi qualunque, ora sordo,
    ché nun riesci a sentì o solo a stento. … (continua)

    Comment by Stefano — 9 Aprile 2014 @ 07:30
  2. “… e lontano, lontano nel tempo…” delicati versi dedicati a che ti ha lasciato. Molto bello!

    Pensiero del giorno ad hoc. La Roma dà fastidio, non era prevista nel campionato. SEMPRE FORZA ROMA!

    Comment by letizia — 9 Aprile 2014 @ 08:56
  3. Eh lo sò, se riprende er viaggio e se guarda avanti ma ogni tanto se dà ‘na sbirciatina a lo specchietto retrovisore…

    Comment by Silvio — 9 Aprile 2014 @ 09:22
  4. Condivido il pensiero del giorno, so na massa DESTROnzi.
    Il sonetto descrive un sentimento che abbiamo provato tutti, prima o poi… E questo sta a significare che, parafrasando la bella immagine di Silvio, abbiamo guardato nello specchietto retrovisore troppo presto…

    Comment by Pablo BigHorn — 9 Aprile 2014 @ 10:55
  5. Sto sonetto lascia un retrogusto agrodolce, un sapore di sorriso triste, una nostalgica malinconia di qualcosa che fu o che avrebbe potuto essere ma che evidentemente ha avuto un epilogo amaro.
    Il tempo è il padrone della verità: solo attraverso il suo filtro infatti si riesce a comprendere con nitidezza accadimenti che al momento apparivano avvolti da densa nebbia.

    Comment by Silvio — 31 Gennaio 2020 @ 09:40
  6. Questo sonetto mi ricorda una bella canzone di Renato Zero: “Non so davvero in quale fortunato giorno, da quella porta spunterai…”. Solo che la canzone lascia una speranza, mentre, invece il tuo sonetto non lascia spiragli, è proprio triste!
    Buona Giornata.

    Comment by letizia — 31 Gennaio 2020 @ 11:42
  7. Anch’io lo trovo molto triste, forse
    ………meglio non pensarci!

    Comment by romano cb — 31 Gennaio 2020 @ 16:04

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