Roma in rima - Sonetti e poesie in romanesco di Stefano Agostino

I sonetti romani,Schegge di vita

7 Maggio 2013

E’ morto Andreotti

È morto Andreotti

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“È morto Giulio” –  “Chi?” –  “Giulio Andreotti.

Nun l’hai sentito?” –  “No” – “Ne parlan tutti.

Ricconti, storie, aneddoti, costrutti,

da ieri vanno avanti ininterotti”.

***

Frammenti, schegge, fatti belli e brutti,

pe facce aricordà o venicce edotti,

su chi era lui (e che seguiva Totti)

su l’anni de Governo e Patria e lutti.

***

“Perché nun je li dedichi du’ scritti?” –

“Perché nun so che dì, nun so li fatti,

lo lasso fà a tuttologgi provetti”.

***

Quelli che a daje retta quanno affitti,

io preferisco annà come li gatti,

indipennente, guardo da li tetti.

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Stefano Agostino

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  1. Se posso esse’ cinico, me verebbero ‘n mente arcuni penzieri, come: Porello, è cascato dar seggiolone; un senatore a vita e ‘no stipendio de meno, quindi un piccolo risparmo.
    E’ stato il Richelieu de li tempi moderni.

    Comment by 'svardoASR'29 — 7 Maggio 2013 @ 08:47
  2. E’ stato un gigante, in tutti i sensi: del male, della cospirazione, del potere, ma anche un campione di raffinatissima astuzia politica, uno statista di un profilo oggi inarrivabile! E’ soprattutto grazie a lui che ha regnato per quarant’anni (ma anche al “sovrano” del ventennio successivo…) che le nostre generazioni hanno ereditato un Paese al collaso!

    Comment by Silvio — 7 Maggio 2013 @ 09:51
  3. La seconda terzina è un capolavoro!
    Al di là di tutto, mi era simpatico: grande romanista!

    Comment by letizia — 7 Maggio 2013 @ 12:24

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