Er mare de Roma
Er mare de Roma
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Come se fa a nun amallo, er mare.
Oceanità d’azzuro e quer suo aroma,
che nun riposa mai, né mai se doma,
tra cielo e tera, stelle e lampare.
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Come se fa a nun amalla, Roma.
Capo der monno e stella polare,
nobbile tanto, quanto popolare,
musica dorce e forte der suo idioma.
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E poi si Roma è amoR, letto ar contrario,
e “amare” è l’anagramma de “marea”,
amà er mare a Roma è necessario.
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“Mare de Roma” è ‘ndo’ è sbarcato Enea,
ma è anche er nome, ormai leggendario,
de DDR e de la sua Epopea!
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Stefano Agostino
Ho avuto il piacere e il privilegio di leggere un paio di settimane fa questo straordinario capolavoro e la sua lettura mi ha suscitato emozioni indescrivibili. L’ho definito un “libro di nicchia” in quanto di un romanismo così viscerale che un lettore qualsiasi o anche un tifoso tiepido non avrebbero gli strumenti per apprezzarlo!
sonetto bellissimo, come al solito, grande Stefano. Ma quanti ne hai scritti? C’è una raccolta di tutte le tue poesie? La vorrei comprare.
Bello (come sempre), mi sono ripromessa di regalarmi questo libro per Natale e nn vedo l’ora…DDR tutta la vita.
Fede
Grazie
BELLA DEDICA