Anto, ento, into, onto, unto
Anto, ento, into, onto, unto
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Io so’ romano, me ne picco e vanto,
già solo che ce penzo so’ contento,
m’esplode in petto forte er sentimento,
che provo a mette in rima in un canto.
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E come quanno a un tratto s’arza er vento,
sotto a ‘sto celo azzuro ch’è un incanto,
ringrazzio Dio, er Padre Eterno Santo,
che qui m’ha arigalato er nascimento.
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‘Gni giorno me ce svejo più convinto
de la fortuna che nun cià confronto,
de vive tra ‘ste mura e ‘sto recinto.
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E’ un modo tutto mio de fà un riassunto,
de ‘sta mia vita intera che aricconto,
in du’ parole sole: L’AMO. Punto.
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Stefano Agostino
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Molto carino…come sempre!
bella dedica a Roma e a li Romani …
‘na cosa la vojo mette ‘n conto
la sera che me è stato ‘n vanto
vedevve m’è piaciuto propio tanto
quanno che c’incontrammo dar “Panonto”.
Bellissimo: hai messo in rima i miei sentimenti e l’orgoglio di essere romani (e romanisti). I formellesi dicono che quest’anno vinceranno il tricolore…. poracci!
L’orgoglio capitolino. E’ gratificante notare un immancabile espressione di stupore, rispetto e ammirazione che si suscita all’estero quando ci si presenta a qualcuno dicendo di essere romano!
” Ci si annoia talvolta a Roma il secondo mese di soggiorno, ma giammai il sesto, e, se si resta fino al dodicesimo, si è afferrati dall’idea di stabilirvisi.”
Stendhal, Passeggiate romane, 1829.
L’attacco del sonetto mi ha fatto tornare col pensiero a Orazio Pennacchioni. Ve lo ricordate?
Io so Orazio Pennacchioni e sò contento, ento
sò tifoso della Roma e me ne vanto, anto
Questa Roma ce sa fà
e perciò comunque va
sia se vinca oppure nooooo
Resta sempre in serie Aaaaàààaa!
grandissima Isa DiMarzio e il suo “Campo de fiori” alla radio
PS ammazza quanto so vecchio… che ricordi della radio la domenica all’ora de pranzo…
Vabbè, m’ariconsolo dicendo che sò “esperto”
L’idea di RomamoR non è male. Bisogna organizzare la famosa cena. Ma stavolta si organizza e chi c’è c’è.
x Paolo: controbatto io con AMMAZZA QUANTO SO’ GIOVANE, perchè non ho memoria di tale sketch radiofonico! In merito al prossimo convivio, eventualmente al Panonto (stavolta vengo in macchina e non sbaglio strada), CI STO.
Orazio Pennacchioni, era un appuntamento fisso la domenica in tarda mattinata alla radio, grande Grandecorno…. e grande Isa di Marzio.
Questo, caro Stefano, è uno dei sonetti maggiormente riusciti, senza togliere nulla agli altri questo ti apre veramente il cuore….
Bellissimo sonetto dedicato a tutti li romani e romanisti ( vabbè pure alli cuggini ), io ne ho scritto uno che s’entitola ” le quattro erre “. Quanno volete ve lo manno . ciaoooooo
certo ste belle parole ce riempiono er core de sta roma nostra e ce fanno ricorda quanto semio fortunati de esse nati qua
Ciao Lucio, abitavi a trastevere davanti a noi in ” vic. der buco ” a volte suonavi e noi tutti ti ascoltavamo con piacere. Adesso vola verso il tuo grande pascolo e scrivi altri successi. Ciao
Volevo spiegà perchè ” er solito “.Perchè ogni vorta che apro quarche fojo , me dicheno ” a clà , che è er solito sonetto ?? “ma doppo so’ tutti contenti. ??capito mi hai ?? ciaoo.
Io so’ romano, me ne picco e vanto,
già solo che ce penzo so’ contento,
m’esplode in petto forte er sentimento,
che provo a mette in rima in un canto.
Eh sì, anch’io ringrazio Dio per avermi fatto nascere in una città che accoglie tutti, intrisa di cultura, di cristianità, di bellezza, di arte, di storia, di tradizione e di tolleranza. Ringrazio Dio anche per avermi fatto crescere in un paese senza repressione nel sangue delle minoranze e delle opposizioni, in un paese senza nessuna vergognosa apartheid, in un paese senza abusi della polizia per motivi razziali o religiosi, in un paese senza bombe che piovono dal cielo, in un paese senza armi né pena di morte, e senza un capo di Stato o di Governo che definisce terrorista chi protesta pacificamente contro la violenza brutale delle forze dell’ordine.
Sono d’accordo in tutto con Silvio e tutte le mattine quando mi sveglio ringrazio Dio di tutto quello che mi ha dato!
Buona Giornata.