La grandine
La grandine
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A un tratto e senza un dito de preavviso,
viè giù potente, misteriosa e forte,
grandine sò perle de ghiaccio torte
a le collane su der Paradiso.
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Rimbarza dappertutto e senza scorte,
scroscio d’applauso pieno e condiviso,
imbianca giusto er tempo d’un soriso,
ché le palline già sò tutte sciorte.
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Raggela in un momento, anche d’Estate,
si viè in Autunno, presta un po’ de Inverno,
che Primavera l’aripaga a rate.
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Come un corpo de straccio che l’Eterno,
ripassa pe pulicce le giornate
e facce stà in campana da l’Inferno.
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Stefano Agostino
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Bello as usual il sonetto… qual’era il contrappasso dei dannati sotto la grandine nella Comoedia scritta da quel sonettaro fiorentino?
Ecco il mio contributo per il pensiero del giorno:
Bossi, Trota e Maroni, carci’n culo a ginocchioni
Maroni, Bossi, e Trota, sti tre fiji de madre ignota
Trota, Maroni e Bossi dall’Italia siete rimossi
Magnifico sonetto. Sembra di sentire il rumore della grandine. Al pensiero del giorno ha risposto Pablo, molto delicatamente!
Me l’ero perso, sarebbe stato un vero peccato… Sò perle de ghiaccio torte alle collane der Paradiso… È da urlo….grande Stè….