Roma in rima - Sonetti e poesie in romanesco di Stefano Agostino

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I sonetti romani,Romanamente

7 Ottobre 2015

Che c’è de “onorevole” ?

Che c’è de “onorevole” ?

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‘Na cosa nun capisco e mal accetto

perché chiamalli ancora “onorevoli”,

a ‘sti parlamentari disdicevoli,

buffoni in gonnella o doppio petto.

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Certe condotte, arcune assai corpevoli,

degne d’onore? Manco de rispetto.

Come Totò: “Onorevole? E trombetto,

tarmente sò buzzurri e riprovevoli.

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Sto a generalizzà, me renno conto,

e generalizzà è sempre sbajato,

ma er nome “onorevole” è ar tramonto.

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È un titolo che ormai va cancellato,

sostituito da quello più pronto

der crimine commesso e der reato.

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Stefano Agostino

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