Er Nasone
Er Nasone
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Stai ferma lì, chissà chi te cià messo,
la faccia cor beccuccio a pennolone,
pe l’artri “fontanella”, qui “Nasone”,
dijelo ar cane che te crede un cesso.
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Hai dissetato un sacco de perzone,
sputanno l’acqua, pure si in eccesso,
ch’a ripenzacce un po’ deppiù d’adesso,
chi cacchio l’ha pagata ?!? Pantalone ?!?
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Ma che tristezza mó sapette chiusa,
là sola inzù l’incrocio, in fonn’ar viale,
nemmanco più un fioraro, ormai, te usa.
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Prodiggio der progresso nazzionale,
t’hanno piombata, come ’na reclusa,
pe daje spazzio a l’acqua minerale.
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Stefano Agostino
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“Sciacquar i panni in … Tevere” non poteva non cominciare dal primo sonetto su Roma che ho scritto il 7 novembre 2007, “er Nasone”. Questa la sua nuova versione, rivisitata e corretta. Buona lettura.
Comment by Stefano — 12 Gennaio 2021 @ 06:33Ce n’era una proprio sotto casa, con una fila lunga lunga di persone che attingevano l’acqua fresca! Era d’estate. Bei tempi passati. Ora beviamo l’acqua minerale che chissà da quanto tempo è imbottigliata: a volte il progresso è solo un recesso!
Comment by letizia — 12 Gennaio 2021 @ 13:32Buona Giornata.
“Er Nasone”
Comment by romano cb — 12 Gennaio 2021 @ 14:52Quanti bei ricordi!
La tipica fontanella romana in ghisa fa ormai parte della storia di questa città come i sampietrini. Nasone patrimonio dell’umanità!
Comment by Silvio — 12 Gennaio 2021 @ 15:36