La scòla
La scòla
Quant’è importante te n’accorgi grande,
quanno la fai, che ce sei costretto,
te ‘nfili parastinchi, casco e ermetto,
e co’ la latta copri le mutande.
Da quanno che te scopri scolaretto,
fino a che cjai speranze diplomande,
pare più corta Appennini-Ande,
fatta o tutta a piedi o ‘n vaporetto.
Quanno finisce è solo che ‘na festa,
vòresti butta’ i libri dar terazzo,
e cancella’ la scòla da la testa.
Ma nun lo fa, e te lo dice ‘n pazzo,
che ‘n passa giorno senza che nun resta,
a pensa’ a quanno ch’era quer ragazzo…
Stefano Agostino
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Stefano grazie mille del pensiero, sei davvero Unico. Grazie anche a nome della tua nipotina Giulia che tanto ti adora e te lo dimostra ogni volta che ti vede…Grazie zio, ti voglio tanto bene!!!
Il periodo più bello della nostra vita lo rivalutiamo troppo tardi quando ormai è andato. Ma “a pensà a quanno ch’era quer ragazzo” mi fa venire in mente un archivio, dove ci sono tutti i ricordi, belli e meno belli, e fino a che esisteranno questi ricordi, anche se con molta nostalgia, esisterà sempre “quer ragazzo”. Grazie Stefano per l’ennesima emozione.
Adriano, la tua fantastica figlia, nonchè mia nipotina, si merita tutto questo. Grazie. Bariggio, mettici pure che io e te abbiamo fatto anche lo stesso liceo…
Quanto sono vere queste parole Stefano…quanto sarebbe bello poter tornare sui banchi di scuola con la consapevolezza che abbiamo oggi della spensieratezza di quei tempi e delle possibilità che la vita ci stava dando in quel momento…
Tuttavia, ogni momento della vita ha il suo tempo e anche se quegli attimi sono andati, nel ricordarli, possiamo mantenere vivi in noi stessi quei pensieri, quelle emozioni, quelle sensazioni di vita che abbiamo vissuto e cercare di riviverli ora, in questo momento della nostra vita, nella attuale realtà quotidiana, con la consapevolezza di essere adulti e di essere quello che siamo anche grazie a quello che eravamo in quei giorni ormai trascorsi…
Un bacio speciale 😉
Luisa, è vero. Ogni giorno si fa nuova esperienza e noi siamo quel che siamo oggi, anche perchè siamo stati quel ch’eravamo tra quei banchi, ieri. Grazie.
Sono ricordi lontani e un po’ nostalgici quelli delle corse in classe alla campanella, della tensione alle interrogazioni, degli estenuanti “compiti in classe”, ma anche di ore di pesante noia o di risate nascoste, lunghi anni spensierati quando inconsapevolmente costruivamo il nostro futuro. La vita è proprio una ruota caro Stefano, tutto scorre, tutto passa, tutto ritorna, oggi la scuola la rivedo con gli occhi innocenti dei miei figli…!
Bellissimo questo sonetto…proprio bello! Complimenti!
Silvio, bello riviverla attraverso i tuoi figli. Sololupo, grazie.
Purtroppo io ho non ho bei ricordi del liceo, a parte il fatto che avevo tutti 7 e 8 😛 Inoltre, la metà dei miei compagni di classe erano JUVENTINI (c’era anche una sparuta minoranza di laziali). x STEFANO e Max: a che scuola andavate?
Principessa, andavamo al fantastico Keplero (viale Marconi)
Io invece andavo al PESSIMO PAOLO ORLANDO dei Padri Pallottini e ho preso anche un voto BASSO alla maturià (48/60) 🙁