Roma in rima - Sonetti e poesie in romanesco di Stefano Agostino

I sonetti romani,Romanamente

8 Luglio 2014

Cinque minuti in più

Cinque minuti in più

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“Te prego, damme tregua, un artro poco”,

io co la sveja mia faccio un baratto,

“cinque minuti soli”, ce contratto,

“cinque minuti, guasi, pressappoco”.

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Così che ar primo trillo fò uno scatto,

poi guardo l’ora e co un vociare roco,

je chiedo, pe davero e no pe gioco,

cinque minuti in più e so’ soddisfatto.

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Così la smorzo e me riaccuccio addietro,

sicuro che quer tempo ch’ho richiesto

m’abbasti pe destamme come metro.

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Solo che a confidà ner dormiveja,

invece de vejà, m’addormo presto,

… cinque minuti, du’ ore fa, la sveja.

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Stefano Agostino

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  1. “Te prego, damme tregua, un artro poco”,
    io co la sveja mia faccio un baratto,
    “cinque minuti soli”, ce contratto,
    “cinque minuti, guasi, pressappoco”. … (continua)

    Comment by Stefano — 8 Luglio 2014 @ 07:16
  2. E’ una verità assoluta quella in rima oggi! Quando suona ‘sta dannata diavoleria apro gli occhi più con stupore che con rammarico e come a una compagna di vita dico “Ma che davèro? Ma perché ‘sto cinismo?” A volte è proprio durissima amici miei, che mi viene da ringhiare di rabbia, da ruggire di dolore, da emettere ululati di disperazione… eh eh eh eh eh !!!

    Comment by Silvio — 8 Luglio 2014 @ 09:25
  3. E’ un classico: i cinque minuti diventano un paio d’ore!

    Comment by letizia — 8 Luglio 2014 @ 10:24
  4. Assodato che quer supplemento de sonno è er più dorce, si ho da arzamme a le sette, pe nun famme frega’ dar lungo dormiveja, metto du orari de sveja: uno a le 06,30 e l’antro a le 07,00. Quanno ‘a sveja arisona, me trova bello svejo.

    Comment by 'svardoASR'29 — 8 Luglio 2014 @ 12:28

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