Mortacci
Mortacci
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“Mortacci” a Roma è tipica espressione
che, come dì, è onnicomprensiva,
dì ch’è un inzurto è cosa riduttiva
e chi lo fa nun sempre cià raggione.
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C’è chi la dice co rabbia cattiva
e allora sì ch’è giusta ‘st’oppignone,
ma spesso nun riguarda mai perzone
e men che mai la gente nun più viva.
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Così che a vorte è più compiacimento
pe te, pe lui, e pe l’antenati vostri
che sò citati guasi a gradimento.
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A le artre, è più vibrante come un coro,
che tocca anche li mia, come li nostri,
e l’anima de li mortacci loro.
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Stefano Agostino
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“Mortacci” a Roma è tipica espressione
che, come dì, è onnicomprensiva,
dì ch’è un inzurto è cosa riduttiva
e chi lo fa nun sempre cià raggione. … (continua)
Ahò qua l’argomento si fa di gran spessore… A Roma possiamo infatti vantare un lessico fantasioso, ricco di espressioni colorite, spesso accompagnate da gestualità eloquente. Sono esternazioni linguistiche mai banali, che si incastrano bene tra le parole per insaporire, rafforzare, argomentare meglio ciò che si intende esprimere.
“Mortacci” é un’espressione che comprende tantissime cose, non solo di disprezzo, ma spesso di stupore, a volte anche di saluto e di complimenti. Tutto questo solo a Roma può accadere!
Buona Giornata.
Assiste, ‘na Hall dell’Hilton de Roma, a ‘n’incontro tra du’ vecchi ammici e senti’, a voce alta: “Aoh, te piasse ‘n corpo, li mortacci tua; ando’ sei ito a stronzeggia’?” Er tutto connito da pacche su le spalle, abbracci e baci; nerr mentre l’astanti allibischeno spaventati. Riferisco testualmente quale occasionale spettatore.